Un tour di 5 giorni insieme ad altri 8 food&travel blogger da tutta Italia, immersi tra passeggiate culturali, laboratori di cucina, aperitivi e degustazioni varie. Un gruppo di persone semplicemente fantastiche con le quali condividere una passione. Il piacere di scoprire e raccontare un territorio attraverso le eccellenze enogastronomiche, paesaggistiche e culturali.
Questo e molto altro è stato il blog tour “100 ore nel Piceno“. Ringrazio Marco, Federica ed Emanuele dell’associazione turistica e culturale Picenumtour, la loro grande organizzazione e disponibilità hanno dato vita a quest’iniziativa, volta a valorizzare e promuovere il territorio Piceno. Personalmente, ho scoperto questi luoghi per la prima volta e, quando sono stato chiamato a partecipare al tour, l’entusiasmo e le aspettative erano grandi. Devo dire che sono stati ampiamente soddisfatti.
Di seguito racconto l’esperienza di questi giorni fantastici, le indimenticabili
100 ORE NEL PICENO
Ascoli Piceno tra storia, piatti e bellezze
L’interessante interpretazione della nostra guida turistica che ci ha condotto a scoprire il centro di Ascoli è stata: “immaginate la città come una torta a strati, di cui oggi ne vediamo quelli più in superficie, ma scavando scopriamo che ogni strato racchiude un pezzo di storia della città”.
E di strati ce ne sono eccome! Ascoli è nata addirittura prima di Roma, da questo viene simpaticamente elaborato dai cittadini il detto: “Quando Ascoli era Ascoli, a Roma solo pascoli“. Abbiamo camminato per strade e vicoli, chiamati Rue, dove si percepisce pienamente l’impronta del medioevo, un periodo storico che mi ha sempre affascinato. Rue che si allargano in piazzette, tra chiese e porticati in pietra. Abbiamo ammirato Piazza Arringo, che è la più antica della città e sede anche del Palazzo vescovile e della pinacoteca civica. Per poi arrivare al fulcro ed una delle piazze più belle d’Italia, definita il “Salotto cittadino”, ovvero la stupenda Piazza del Popolo.
Ed è proprio da qui che il blog tour entra nel vivo con il primo appuntamento culinario, vale a dire il pranzo che ha avuto luogo niente meno che allo storico Caffè Meletti. Un locale che è una vera istituzione dal 1907, sorprendente per gli arredi antichi e raffinati, in stile liberty. Il bar propone anche un ristorante gourmet, con la cucina affidata allo chef Roberto Di Sante, giovane marchigiano che propone piatti legati alla tradizione locale, rivisitati in chiave moderna e creativa. E’ stato un menù degno di nota dall’inizio alla fine, con evidenza particolare a mio gusto per la deliziosa battuta di marchigiana leggermente marinata al lampone, con pesto di nocciole del Piemonte, sfoglia croccante e misticanza fresca di campo, un piatto che mi ha steso! Anche la calamarata in camicia, fondo di asparagi, pecorino, estratto di prezzemolo e guanciale croccante aveva il suo (ottimo) perché.
Pranzo concluso con il caffè e l’assaggio dell’Anisetta Meletti, che è un liquore a base di anice verde, accompagnata da un chicco di caffè, la cosiddetta “mosca” (non ho mai amato granché l’anice ma l’Anisetta è delicata e non mi è spiaciuta affatto). Piatti moderni e deliziosi in una location che riporta indietro nel tempo. Il Caffe Meletti è un luogo unico, che stupisce, una visita è doverosa se ci si trova ad Ascoli.
In città, l’accoglienza per noi partecipanti è stata riservata al Di Sabatino Resort, struttura che mi ha ben impressionato per efficienza e modernità; le suites che vanta questo hotel non mancano di nulla, dei veri e propri mini alloggi. E’ stato un soggiorno tranquillo e piacevole, con la comodità di trovarsi in pieno centro, meglio non si poteva! Il Di Sabatino Resort offrirà gentilmente uno sconto del 10% a chi volesse effettuare una prenotazione. Sarà sufficiente citare le “100 ore nel Piceno“. Io ci farei un pensierino!
Il secondo incontro con la cucina tradizionale ha avuto luogo presso Il Desco. Il ristorante è all’interno di un antico palazzo ed ha un notevole colpo d’occhio, molto elegante ed accogliente (con una scalinata interna occupata interamente da bottiglie di vino, che onestamente vorrei a casa). A colpire è la giovane età dello staff di cucina, che si è palesato in sala per un saluto, ed i piatti del menù esprimono in pieno la qualità delle materie prime del territorio.
Materie prime e antiche tradizioni, unite alla passione per un mestiere è la storia dell’Antico Molino Santa Chiara. Il proprietario Amedeo, mugnaio, porta avanti la sua attività con cura e dedizione producendo farine integrali e semintegrali di qualità, alla vecchia maniera. Con le sue parole ha voluto spiegare i metodi e le tecniche di lavorazione del suo molino in pietra, che portano ad un prodotto finale eccellente. Per me è degno di ammirazione chi con fatica e orgoglio si dedica a ciò che ama, strettamente legato alla tradizione di famiglia.
Naturalmente non si può visitare il Piceno senza assaggiare gli ottimi e rinomati vini prodotti in questa terra. Dal Rosso Piceno DOC al Rosso Piceno Superiore, i rinomati bianchi Passerina e Pecorino. Nel prosieguo del tour, sono state le aziende vitivinicole Tenuta Cocci Grifoni e Velenosi Vini ad averci fatto scoprire le loro realtà.
In un suggestivo contesto di verdi colline e vigneti sorge la Tenuta Cocci Grifoni, azienda che vede ai vertici oggi la quarta generazione al femminile della famiglia Cocci Grifoni. La responsabile ed enologa Paola porta avanti l’attività con passione e amore per la propria terra, lo si percepisce nelle sue parole piene di trasporto. Insieme a tutto il team riescono a riportare alla luce un antico vitigno autoctono scomparso da anni come il Pecorino, contribuendo a rendere questo vino un’icona e tra i più apprezzati nel mondo. Qui le degustazioni dei vini possono essere accompagnate da esperienze gastronomiche, con menù ideati dagli chef del territorio, studiati per abbinarsi al meglio con i vini stessi.
Per la nostra visita è stato lo chef Andrea Mosca del Ristorante Marili di Grottammare, creativo e con tante esperienze in giro per il mondo, a proporre piatti innovativi che accompagnati ai vini dell’azienda hanno reso il pranzo spettacolare. Sento ancora il sapore dell parmigiana di melanzana al cucchiaio, con la melanzana cremosa, qualcosa di delizioso. Per non parlare del dessert che mi ha fatto volare via proprio, ovvero il Biscotto all’amaretto, cremoso ai fiori di sambuco e vaniglia, con composta di fragole.
Altra azienda visitata è la Velenosi vini, nata nel 1984 e che produce oggi qualcosa come due milioni e mezzo di bottiglie all’anno. Coniugando la tradizione artigianale alle tecnologie moderne, l’azienda porta nel mondo i profumi e i sapori autentici dei loro vini Piceni
Nella cucina di Velenosi Vini ci siamo cimentati nella preparazione di alcune specialità guidati dalla chef nonché Ambasciatrice del gusto dell’Accademia Maestro Martino di Carlo Cracco Sabrina Tuzi. Abilissima, Sabrina esprime il suo talento presso il ristorante Degusteria del Gigante di San Benedetto, gestito dal fantasioso ristoratore Sigismondo Gaetani. All’opera per produrre la nostra cena, tra impasti, farciture, sfilettamenti e risate abbiamo portato a termine la missione, preparando olive ascolane, cremini fritti e taccù con potacchio di sgombro (il taccù è una pasta fresca a base di farina di mais). Menù accompagnato dalle sfumature e sapori dei vini della cantina serviti con cura dallo staff.
Ma non è stato sempre e solo mangiare o bere, non è mancata una bella pedalata con le caratteristiche biciclette Dolce Vita di Ivel innovative vehicle, che ha creato niente meno che una moderna versione dell’indimenticabile Graziella anni ’70. Abbiamo percorso un breve tratto della “riviera delle palme”, sul lungomare di San Benedetto del Tronto di recente ammodernato e che mi ha impressionato per la cura e la bellezza, tutto da ammirare! Pedalata che ci ha portato dritti all’Attico sul Mare, un’altra location incredibile. Entrando in un locale accogliente e moderno si continua a respirare il mare in ogni dettaglio. Una vera chicca è la terrazza panoramica, dove abbiamo degustato l’aperitivo al nostro arrivo, per poi assaporare le bontà della casa. Il menù è a base di pesce e sushi, con prodotti freschissimi e a km 0, proposto in piatti da ammirare già alla vista, tra cui la ricciola scottata con cicorietta alle alici e brodo di tonno nostrano, il rombo selvatico con carciofi e menta ed il particolare sorbetto di sedano e lime con insalata di frutta, verdura e centrifugato di melone e carota, fresco e originale.
Un giro nel vecchio incasato di Grottammare, uno dei borghi più belli d’Italia, tra le viuzze caratteristiche e scorci sul mare è qualcosa da fare (resto sempre affascinato dai borghi e le sue stradine, mi ci addentro esplorando ogni angolo). Uno dei tanti vicoli ci conduce al ristorante Borgo Antico, un’altra perla che abbiamo avuto il piacere di scoprire e dove ci siamo deliziati con alcune dello chef Lamberto Langiotti. Nella terrazza con vista sulla costa ci è stata proposta una degustazione che non si scorda facilmente. Insieme ai vini locali, crostone di pane pugliese con baccalà scottato al timo, mandorle, basilico, pomodoro e olive; panzanella con alici di Cantabrico.
La goliardia è di casa al ristorante la Croisette di San Benedetto, dove una cena a suon di colpi da maestro e di risate è andata in scena. Siamo direttamente sulla spiaggia, anche lido e locale notturno tra i più conosciuti della zona. Un mix di arte, tendenza, simpatia dello staff e ottima cucina, con pesce freschissimo e selezionato ovviamente a km 0. Tra capesante, tonno scottato e il brodetto 2.0, solo per citare alcuni piatti, non so dire davvero quale sia stato il mio preferito tra quelli che lo chef Andrea Romani ci ha proposto. Sono rimasto estasiato in tutto e per tutto, cibo sopraffino e location. Qui tornerò senz’altro!
La parte finale del tour ci porta nel comune di Offida, altro borgo medioevale tra i più belli d’Italia con un paesaggio collinare a fare da sfondo. In questa suggestiva cornice, ci immergiamo nella tranquilla atmosfera offidana e tra i suoi vicoli che sfociano nella piazza centrale, ossia Piazza del Popolo. Una visita al Teatro Serpente Aureo e alla gotica Santa Maria della Rocca, al confine del paese. L’immersione è anche negli assaggi dei piatti tipici naturalmente, come in occasione del pranzo all’Osteria Ophis, dove lo chef Daniele Citeroni propone una cucina legata alla tradizione con prodotti di qualità, ma anche col giusto tocco di innovazione. Ne abbiamo la prova assaggiando alcuni piatti, tra cui meritano menzione i cannelloni al cucchiaio e il dolce “come un funghetto offidano“, sua personale rivisitazione del dolce tipico.
Daniele Citeroni che è chef e patron anche del wine bar Vistrò sempre ad Offida, dove ci rechiamo per la cena. Gli hamburger gourmet da lui ideati sono il pezzo forte, tra cui il panino al sesamo con polpetta di marchigiana, pancetta croccante sfumata all’aceto e crema di mela rosa dei sibillini, presidio slow food marchigiano. Non da meno le altre specialità quali salumi e formaggi tipici, i panini ripieni con polpette, il fritto ascolano e altre delizie. Tutto accompagnato dai vini al bicchiere delle migliori etichette della zona, in un ambiente moderno e gradevole che fa sentire a casa. Prima della cena non ci siamo fatti mancare una degustazione dei funghetti offidani (tipico dolce locale) e dei chichì ripieni (focaccia tipica rustica) alla gastronomia Fior di Farina, sempre nel centro di Offida.
Ad Offida abbiamo soggiornato al Nascondiglio di Bacco, un B&B ricavato in un’antica casa mezzadrile del 1500. Immerso in piena campagna nella tranquillità più totale, dove regnano il silenzio e la pace, con tanto di piscina e viste mozzafiato sul paesaggio circostante. Ed è da qui che i due proprietari (uno ascolano, l’altro statunitense) danno vita all’impianto del vigneto e alla cantina PS Winery, che raggiungiamo per la visita e degustazione. La passione unisce i due e la filosofia è di produrre un vino in modo naturale seguendo la linea biologica.
Dunque assaggi delle loro etichette accompagnate dalle cacciannanze (focaccia tipica locale, ottima da farcire con affettati e servita calda) preparate sul luogo da Lella Palumbi, che altri non è che la guida turistica che ci ha condotto per le vie di Ascoli, ha aperto la sua cacciannanzeria nel centro cittadino, Ozio. Abbiamo avuto modo di sbirciare il locale durante il giro in città. Ozio è pensato per dar modo alla gente di concedersi il tempo del meritato relax, per staccare la spina, per oziare, appunto. E riesce facile in un’atmosfera che trasmette serenità, se poi si accompagna il tutto con le specialità della casa è la perfezione! Le cacciannanze farcite con prodotti genuini e squisiti e la cura nella preparazione trasmettono tutta la passione di Lella. Alla Ps winery sono state un successo pazzesco, fatte sparire via in tempi da record! Una chiusura in grande stile.
Un successo come queste 100 ore, che personalmente mi hanno arricchito sono tanti aspetti: ho scoperto un territorio che ha tantissimo da offrire, enorme la cordialità e disponibilità della gente, che ha tanta voglia di ripartire dopo i fatti drammatici che hanno colpito di recente questa regione. L’immensa bellezza paesaggistica e la storia di questi luoghi. La professionalità trovata nelle strutture, aziende e ristoranti, che ci hanno accolto e ospitato in maniera esemplare e che ringrazio.